CHIESA PARROCCHIALE DEI SS. FABIANO E SEBASTIANO
La chiesa di Rogorbello, all’origine dedicata ai Santi Sebastiano e Rocco e in altri periodi ai Santi Fabiano e Sebastiano, viene generalmente definita costruita con la chiesa di S.Ilario di Vervio nel 1350 la quale invece da un inventario dei beni della Pieve di Mazzo risulta esistente dal 1257.
Probabile, invece, la sua costruzione nel secolo XIV, anche per la reciprocità con la Parrocchiale di Vervio, forse nel periodo in cui Vervio divenne comune staccandosi dal comune di Tovo e Prestino. L’edificio fu poi ampliato dal 1639, consacrato nel 1697, e ulteriormente ingrandito e restaurato a più riprese tra il 1876 e gli inizi del XX secolo. Della primitiva chiesa, volta a nord, rimane , con ogni probabilità l’abside semicircolare, adibita a cappella per il battistero, alla destra dell’ingresso principale, la quale reca degli affreschi che sembrano risalire al secolo XV-XVI, tra cui un bellissimo Cristo Pantocratore, purtroppo maldestramente ridipinti negli anni ’60 del ‘900. Dal punto di vista giuridico, Rogorbello fu vicecura della Parrocchia di Vervio fino al 1940, anno in cui, il 25 novembre, fu eretta la parrocchia autonoma dal Vescovo Macchi, con territorio smembrato da Vervio. La presenza e l’opera del pittore Tagliaferri a Rogorbello è attestata in due documenti dell’archivio parrocchiale. Il primo è un foglio delle Note informative redatte sul finire del secolo XIX su cui sono indicate notizie sulla chiesa di Rogorbello, tra cui l’informazione che nel 1876 venne ampliata e in quell’occasione decorata e dipinta nel 1878 dal pittore Tagliaferri. Il secondo documento è una Nota in cui Don Pietro Gambarri, viceparroco di Rogorbello, ricorda che il 23 dicembre 1901 fu benedetta dall’arciprete di Mazzo, Don Giovanni Martinelli, un campana del peso di 659 Kg. da collocare sul campanile della chiesa di S. Sebastiano. Nella stessa nota vi è un’aggiunta del parroco Don Luigi Rizzi in cui si dice che nello stesso anno, il pittore Luigi Tagliaferri ha decorato la citata chiesa con un’eccellente lavoro di decorazione e pittura. Partendo dalla parete di fondo, al di sopra dell’ampio coro, si trova la figura del Padre Eterno con uno stuolo d’angeli, racchiusa in una nube, che funge da contorno prospettico, che ha la libertà di evadere, sebbene solo leggermente, fin oltre il sottostante cornicione, più in basso a destra vi è l’Apparizione del Sacro Cuore di Gesù a S. Maria Margherita Alacoque, e l’Apparizione dell’Immacolata Concezione a S. Bernadetta. Queste due scene riprendono temi devozionali cari al popolo, soprattutto nella prima metà del XX secolo. Sono inoltre, interessanti perché, oltre ad essere relativamente antiche per l’argomento che trattano, lo propongono sottoforma di pittura murale, quando invece, solitamente la diffusione della venerazione al Sacro Cuore e alla Madonna di Lourdes si è propagata attraverso il proliferare di statue di tutte le dimensioni, realizzate per lo più in materiali poveri come il gesso. Le pareti laterali, presentano le raffigurazioni del Martirio di S. Sebastiano, a destra e di S. Rocco che cura gli appestati, a sinistra. Sulla volta, affiancato a destra e a sinistra da due tondi con Angeli, un medaglione mistilineo ospita l’effige dell’ Agnello mistico seduto sopra il libro dei sette sigilli. Nelle tre campate della volta della navata sono ripartite le seguenti immagini: nella prima gli evangelisti Matteo e Giovanni, nella seconda i simboli cultuali dell’Antica e della Nuova Alleanza e la trasfigurazione di Gesù sul Tabor; nella terza gli evangelisti Marco e Luca. Sappiamo che il costo dei lavori del 1901 fu di Lire 1900. L’opinione di queste opere fu del tutto favorevole; i dipinti sono pervasi da una serena luminosità che ne esalta l’armonia prospettica e pittorica; le scene risultano abbastanza espressive, anche se non molto movimentate.
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