Parrocchia di Sant’Agata

LA CHIESA DI S. AGATA

La Chiesa attuale, costruita alla fine del 1600, ha una facciata in stile barocco.Superato il portone d’ingresso si entra nella Chiesa, alta, spaziosa, ad una sola navata e con sei cappelle laterali.

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Appena entrati è interessante girarsi per osservare, in alto,sulla parete, un bell’affresco raffigurante l’Adorazione dei Magi.

La prima cappella di sinistra, limitata da una robusta balaustra,ospita la vasca battesimale in marmo e rame. Sulla parete si può ammirare un bel dipinto con il battesimo di Cristo.

Nella terza cappella di sinistra, è posta un’ancona lignea di notevole valore, scolpita, intagliata, dipinta e dorata a forma triangolare, la cui parte superiore risale al XVIII secolo. Superati i due gradoni che tagliano trasversalmente la Chiesa, si arriva al Presbiterio.

Sulla parete di fondo, si trova una grande tela con il Martirio di Sant’Agata.

Nella terza cappella di destra c’è un’ancona con una tela dipinta da un pittore famoso, Fermo Stella da Caravaggio. Raffigura la Madonna in un alone di nuvole, nell’atto di essere incoronata dagli Angeli.Ai suoi piedi ci sono i Santi Domenico, Giuseppe, Silvestro e Orsola ed una schiera di vergini.

Sopra la porta dell’ingresso laterale di destra vi è una tela con l’Assunta e quattro santi.

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La prima cappella di destra è dedicata alla Madonna Addolorata. Infatti, chiusa in una nicchia, vi è una bella statua della Madonna. La larga cornice che delimita la nicchia è intarsiata con volti contorti e disperati e vi sono raffigurati anche i simboli della Passione.

 

 

LA CHIESETTA DI SAN MARCO O MADUNINA 

Queste parole indicano in complesso edificio sacro, di dimensioni abbastanza modeste, situato sopra l’abitato di Prestino, tra le selve di castagni. In verità esso è composto da tre parti ben distinte, costruite in epoche diverse:

–          L’oratorio dei Ss. Ippolito e Cassiano: è la parte più antica, in parte esistente probabilmente già nel XII secolo molto prima della costruzione del castello di abitazione dei Venosta; era poco più di una cappella utilizzata per pregare.

–          L’abitazione dei religiosi dove gli antichi fabbricieri tenevano le offerte e i pagamenti livellari, sotto dorma di fieno, castagne ed altri prodotti agricoli. I fabbricieri erano tutti di Prestino, segno evidente che San Cassiano era la chiesa di Prestino e ad essa apparteneva.

–          La nuova chiesa iniziata nel 1893 in seguito ad un voto e finita in circa 20 anni, dedicata alla Madonna di Caravaggio e detta anche di San Marco o più semplicemente “ La Madünina”. Tutto il complesso sorge su un terrapieno rifatto ed amplificato nel 1937 e chiuso da nuovi muretti e cancellata, onde ripristinare il recinto sacro.

L’oratorio ha una semplice facciata rettangolare, con un piccolo portale in pietra verde, sormontato da una finestrella rotonda. Molti anni fa la finestra era rettangolare e tutta la facciata, compreso il campanile, versavano in condizioni pietose,. Il campanile, con due piccole campane, probabilmente preesisteva alla data del 1647, anno di costituzione della Parrocchia di Tovo, con il distacco dalla Pieve di Mazzo.

Nell’oratorio di San Cassiano vi sono notevoli affreschi (alcuni ormai scomparsi o poco visibili) e un ciclo completo di notevole fattura eseguito nel 1560 dal pittore grosino Cipriano Valorsa. Tra la sagrestia e l’abside c’è una bella cancellata in ferro battuto del ‘500.  Sull’arco trionfale sopra la cancellata, Valorsa affrescò l’Annunciazione con l’angelo Gabriele a sinistra, Maria a destra e al centro il Padre Eterno con cinque angioletti e la colomba simbolo dello Spirito Santo. Sulle lesene dell’arco sono dipinti i santi Ippolito e Cassiano. Nel sottarco racchiusi in sei medaglioni, ci sono le immagini dei patriarchi: Giacobbe, Salomone, Isacco, Mosè, Davide e Abramo. Al centro del sottarco è dipinto un angelo con un cartiglio su cui si legge la data 1560. Valorsa affrescò la stessa data sull’architrave della piccola finestra a destra.

La facciata del piccolo altare è molto rovinata e ormai illeggibile; si notano ancora tracce di colore di una decorazione di arabeschi, molto antica e  sopra le tracce di un altro affresco del Valorsa, ormai quasi scomparso, raffigurante la Deposizione dalla Croce. Il capolavoro del Valorsa, uno dei primi lavori eseguiti senza aiuti, è la serie di affreschi sopra la mensa: rappresentano la Pentecoste. Sono dipinti Maria al centro e i dodici apostoli. Essi, raccolti in preghiera, sono sorpresi da lingue di fuoco che scendono dall’alto e si posano sulle loro teste. Sopra questa scena l’artista ha rappresentato, in mezzo alla luce, lo Spirito Santo, sotto forma di colomba. Tutta la composizione ha risentito dell’umidità ed è stata restaurata una prima volta nel 1938 e una seconda volta recentemente, in modo più attento.

La nuova chiesa fu realizzata in seguito ad un voto; correva l’anno 1893 e il territorio di Tovo soffriva di una forte siccità; gli abitianti si recarono in processione all’altare della Madonna del Buon Consiglio, esprimendo il voto di edificare in quel luogo un Santuario dedicato alla Beata Vergine di Caravaggio e di recarsi ogni anno in processione il 25 aprile, giorno di San Marco. Era il 18 giugno: l’acqua cadde abbondante, La popolazione tornò a quell’altare il 29 giugno a ringraziare la Madonna, rinnovò la promessa fatta e ben presto cominciarono i lavori di edificazione dell’edificio con l’aiuto di tutta la popolazione. La chiesa ha una facciata semplice, rivolta ad ovest. L’interno è ad una sola navata con tre cappelle sul lato sinistro, due delle quali sono le stresse che erano state anticamente aperte sul fianco dell’oratorio.

Da mettere in evidenza l’affresco raffigurante S. Giuseppe, S. Rocco e S. Marco dipinto dal pittore di Vervio Felice Carbonera; inoltre vi è un affresco risalente al XV secolo con la Madonna in trono e il Bambino di Giovannino da Sondalo che è stato poi racchiuso in una preziosa cornice intagliata del XVII secolo.

L’altare maggiore della nuova chiesa è stata eretto nel 1915 in marmi pregiati e racchiude in una nicchia un gruppo ligneo raffigurante la Beata Vergine di Caravaggio e la giovane donna alla quale è apparsa. Sulla parete di destra c’è un altare dedicato a S. Giuseppe. Il complesso edificio sacro della Madunina ha subito più volte interventi di ampliamento e restauri. L’ultimo è avvenuto nell’anno 2000 grazie alla “Legge Valtellina”.

Curiosità    

Questo luogo fu utilizzato anche come lazzaretto: lo testimonia la lapide in pietra posta vicino all’entrata dell’oratorio sulla quale sono scolpiti un teschio e due tibie; essa ricorda i morti della guerra e della peste, soprattutto quella del 1634 con questa scritta: “Bello et peste confecti – A.D. – MDCXXXIV – Hic in pace requiescunt”.

Per anni S. Marco è stata meta delle rogazioni, processioni provenienti dai paesi vicini (Vervio, Mazzo, Lovero) per ringraziare Dio, chiedere buon esito delle semine e dei raccolti e scongiurare malattie, pestilenze, terremoti.

Nel 1987 anno dell’alluvione nella provincia di Sondrio, la Madunina offrì rifugio a tante persone allontanate dalla proprie abitazioni. Per due notti fu trasformata in dormitorio (70 persone alloggiate), inseguito in refettorio e luogo dell’assemblee.

Ancora oggi è luogo ideale dove le coppie di innamorati coronano la loro unione nel matrimonio cristiano.